Mar 192012
 

Rashomon è un celebrato cult movie del regista giapponese Akira Kurosawa del 1950 superpremiato che ha fatto conoscere al mondo anche l’arte dell’attore Toshiro Mifune, ed è pure diventato un capostipite. Ha ispirato una brillante e spumeggiante versione nel 1967 “Les Girls ” diretta da George Cukor, un film musicale con Gene Kelly e Key Kendall ma sopratutto ebbe un’ identica versione americana ambientata nel west dal titolo ” L’oltraggio “, film diretto da Martin Ritt con un Paul Newman in ottima forma.
Qual è la chiave che unisce questi film? Tutti sulle miriadi di sfaccettature della verità. Lo stesso fatto viene raccontato da diverse persone e ognuna dà una versione diversa dall’altra. Qual è la verità vera? Ma poi esiste una verità assoluta? Tutto è sempre relativo.
C’è anche un precedente letterario che tocca lo stesso tema e risale al 1841. Si tratta di quel romanzo breve di Edgar Allan Poe “I delitti della via Morgue” dove ogni testimone dice la sua verità, di ciò che ha udito, e ognuno dà una versione diversa dall’altro, e tutti in buona fede, ma è il termine Rashomon che è diventato un’espressione per sottolineare quanto sia difficile, se non impossibile, avere questa verità assoluta.
Per chiudere questa introduzione devo anche fare riferimento al mondo operistico. A quel brano “La calunnia” (la calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile…) cantata da Don Bartolo con la sua voce da basso nell’opera buffa di Rossini “Il barbiere di Siviglia “.
Qual è la verità sul mio dissidio con Sergio Bonelli? L’ho scritto, ma è una verità che non piace, quindi dev’essere per forza un’altra e ognuno ne ipotizza una sua. I filo bonelliani un’invidia da parte mia, i filo bunkeriani un’invidia da parte sua. Per quanto mi riguarda se devo invidiare un miliardario, ne scelgo uno vero, strabordante di soldi, come Bill Gates e non delle sbiadite vie di mezzo. Di altro non so cosa potrei invidiare. Per quando riguarda la controparte non faccio ipotesi.
Qual è la verità della cessazione del sodalizio di Magnus & Bunker? L’ho scritto diverse volte, l’ha dichiarato anche Magnus, anche queste verità non sono state gradite e ognuno ha detto la sua sino ad arrivare a ipotizzare una mia invidia per Magnus una calunnia da parte di una sgradevole maldicente persona. Ha ragione Thea Valenti. Le persone passano ma il veleno che hanno seminato trova sempre qualcuno che lo raccoglie. Anche qui siamo a stile Rashomon, ognuno pensa qualcosa di diverso dall’altro. Io ho sempre avuto un grande affetto e un’illimitata stima per Roberto Raviola e la nostra separazione è stata consensuale. Inutile entrare nei dettagli dei perché. Ognuno pensi quello che gli piace di più.
Lo stesso discorso vale con Andrea Corno. Diamine ci sono tanti divorzi non solo artistici ma anche di persone che convivono. I motivi possono essere i più variegati. Anche questo l’ho detto, ma è una verità che non piace, quindi chiudiamo pure il discorso con “ognuno pensi alla verità che preferisce”. Non scriverò mai la storia
dell’Editoriale Corno. Io sono riservato per natura e non mi va di soddisfare la curiosità di gente in malafede, di maleducati e insolenti, sempre pronti a seminare zizzania. Io non dialogo con questa suburra. Credano a quello
che a loro piace di più credere, stando attenti perché ci sono dei paletti precisi da rispettare e che esiste una legge che vale su tutto il territorio italiano, internet compreso.
Concordo col lettore Anarki che ha scritto una lunga  lettera molto pacata e intelligente mettendo tutti in guardia sui guasti che si possono combinare con parole inadeguate, visto che ormai tutti sono professori di tutto, una grande massa di autolaureati in tuttologia. Io non amo molto internet, lo ammetto. Non ho la pazienza di navigare e preferisco spendere il mio tempo libero leggendo o sentendo della buona musica o fare entrambe le cose nello stesso momento.

Buon Rashomon a tutti!
Luciano Secchi – Max Bunker

Feb 142012
 

Sono riuscita a strappare una promessa di collaborazione a Luciano Secchi per il mio sito, e infatti aveva scritto un pezzo sulle motivazioni delle scelte dei collaboratori per le edizioni Mondadori di Alan Ford, Kriminal e Satanik. Ora sono riuscita ad avere l’autorizzazione di stampare il suo primo romanzo giallo “Nove battute per una pièce” a puntate settimanali, nove o dieci in tutto: è un  giallo con fiocchi e controfiocchi ma che spiega meglio la breve introduzioni scritta da Oreste del Buono, all’epoca editore della Milano Libri, lui che lo scelse per dargli il battesimo da romanziere.

Ero molto titubante se e come aprire un sito sul web perché il desiderio di farlo era controbilanciato dal poco tempo libero a disposizione e anche dal taglio da dare, poiché non sono certo il tipo che ama la polemica esasperata, tutt’altro, mi piace colloquiare, scambiare opinioni con diverse angolature ma non certo accettare tutto e tutti. La mia posta ad esempio non è un forum e il mio sito è una casa dove invito chi mi è più gradito e non faccio entrare chi non si comporta con un minimo di educazione, parola che pare caduta in disuso e non sempre presente nei dizionari dei navigatori. Per esprimere un giudizio diverso dal mio bisogna per forza essere insolenti e villani? Costoro non avranno mai ingresso libero da me.

Lascio ora la parola a Luciano Secchi che ha qualche risposta da dare:

“Scriverai mai un libro sulla storia dell’Editoriale Corno?” È una delle domande più frequenti che mi viene rivolta. Sinceramente non ci avevo mai pensato, poi visto le storture, le falsità, gli incredibili vaneggiamenti, penso proprio che, quando le cose saranno chiuse sul piano giudiziario, scriverò un librettino, di quelli stampati in digitale, quindi a tiratura molto ridotta perché alla fine la cosa interessa veramente a poche persone, una cinquantina al massimo. Comunque a questo punto la storia va scritta anche per rispetto a chi ha dato un corretto apporto a quella che è stata una delle più brillanti case editrici del settore e che ha apportato molte novità, rompendo il tedio di una monotonia editoriale dove i buoni vincevano sempre e i cattivi pagavano il fio delle loro colpe.

Altra domanda è se tornerà la rubrica della posta su Alan Ford. Non credo proprio. Mi ero stancato di tenerla perché alla fine chi scriveva erano sempre gli stessi con le stesse domande. Sapete qual è la domanda più gettonata?  In genere capita quando, data una notizia, c’è un contrordine. È capitato recentemente con l’annuncio della imminente graphic novel di Kerry Kross (“Liberation Island”) rimandata a data da destinarsi a favore di Pepper/Megan numero 3 (“Mors tua, vita mea”). I perché ho fatto questa modifica si sono sprecati. La risposta è semplice: ho deciso di finire prima la sceneggiatura di Megan che ha anche un pubblico decisamente superiore a Kerry (dispiacerà a qualcuno, me incluso, ma la legge dei numeri è fredda e precisa).

Bene, ringrazio Luciano  Secchi per il suo contributo e riprendo il discorso sottolineando che la  classifica dei film è molto gradita (la fonte è una delle più attendibili, il botteghino) e sono davvero molto curiosa di conoscere la vostra opinione sulla pubblicazione a puntate de “Nove battute per una pièce”. Devo avvertirvi che non troverete lo stesso autore di Riccardo Finzi, ottimo condensato di arguzia e di humour, ma uno scrittore del tutto diverso, che… ma è meglio che lo scopriate voi.

Ho visto con piacere il film “La Talpa” ma ho sempre una tremenda nostalgia per quello sceneggiato televisivo prodotto dalla BBC con un superbo Alec Guiness nei panni di Smiley. Proprio nessuno ha una cassetta da vendermi o duplicare ?

 Posted by at 17:02
Dic 062011
 

Io auspico che Max voglia essere ospite fisso del mio sito, o almeno frequentemente. Lascio subito a lui la parola.

C’è una domanda che mi viene ripetuta frequentemente ed è questa :

Per le edizioni di Kriminal e Satanik della Mondadori hai curato tu la presentazione mentre hai lasciato ad altri quelle di Alan Ford. Perché?

La risposta è molto semplice. Mentre per Alan Ford ci sono molte testimonianze attive, i lettori e quindi possibili analisti di Kriminal e Satanik si sono diluiti nel tempo e io sono tra i pochi che conosca tutto quanto è accaduto intorno avendo partecipato quale protagonista.

Per Alan Ford io avevo puntato su un bravo giornalista, grosso e acuto critico, buon conoscitore del personaggio e  anche della lingua italiana che non guasta mai.Parlo di Paolo Ferriani. Purtroppo gravi problemi di salute gli hanno impedito di assumersi l’onere, limitandosi a qualche contributo per Kriminal e Satanik.

La seconda scelta era su un mio caro amico d’infanzia, che si muove nel mondo della borsa, grosso conoscitore del personaggio. Il suo nome è piuttosto noto nel mondo dell’economia e gli suggerii di usare uno pseudonimo. Tentennò poi, a malincuore fu costretto a declinare l’invito perché un impegno settimanale era troppo gravoso per lui già oberato da altri impegni.

Come terza opzione rimaneva il mondo della fanzine e lo presi in considerazione con molta perplessità. Io non stravedo per i fanzinari e credo che la stima sia ricambiata. Ma non faccio di tutta erba un fascio. Ci sono i buoni e i cattivi come in qualsiasi consesso. I fanzinari cattivi lo sono proprio davvero. Ottusi, ignorantelli, presuntuosi e insolenti. Non sanno praticamente niente  della complessità del mondo editoriale e sparano pareri e critiche solo per il gusto di farle, e pensano che il mondo ruoti intorno a loro e che i piaceri della vita si esauriscano col e nel computer. Per fortuna sono una minoranza.

Poi ci sono i fanzinari bravi, attenti, analitici, anche se talvolta un po’ troppo pettegoli, ossessionati dal trovare sempre a chi si è ispirato l’autore di turno. A furia di scavare finiranno ad Adamo ed Eva. Come tradizione ci insegna, tutto incominciò da loro. Scelsi quindi Moreno Burattini, simpatico sceneggiatore con competenza editoriale visto che lavora da anni in una importante casa editrice. Ha collaborato per circa un’ottantina e forse più numeri settimanali, lavoro improbo che l’ha stressato, dando comunque sempre uno standard di buon livello col suo stile di scrittura molto didascalico. L’altro fanzinaro è Francesco Manetti, di stile completamente diverso, arioso e pimpante, gradevole e arguto. È quello che attualmente conduce la presentazione dei numeri di Alan Ford Story. Prima del passaggio di consegne ci fu un buco di dieci settimane che riempii chiedendo a Thea Valenti se voleva occuparsene lei. A Thea avevo affidato la prefazione del volume di “Robespierre” nella serie Mondadori “I Maestri del Fumetto” perché conosceva tutto quanto era accaduto ai tempi della Corno Fece un eccellente lavoro ma aveva avuto un certo tempo per farlo. Qui invece si trattava di dieci pezzi settimanali e la cosa mi preoccupava un po’. Invece, con mia gioiosa sorpresa scrisse dieci pezzi eccellenti molto apprezzati dai lettori che hanno espresso il loro compiacimento con gradevoli email. Thea ha ottenuto un numero considerevole di attestazioni scritte. Visto che le donne non sono molto ben viste quando scrivono di fumetti direi che è stato un avvenimento eccezionale. Cum magno gaudio.

Max Bunker

 

 Posted by at 17:15