Gen 042013
 

© by Max Bunker

Un paio di lunedì fa, nell’accendere il Pc ebbi un’amara sorpresa: il mio conto corrente
postale era stato fermato, la mia carta di credito sospesa e il conto corrente bancario bloccato.
“Accidenti” dissi tra i denti, “che bella maniera per iniziare una settimana”. Passato lo
sgomento  incominciò la fase di riflessione e balzò evidente che c’era qualcosa che non
funzionava. Io non avevo alcun conto corrente postale quindi come potevano bloccarlo? La motivazione addotta era che c’erano state delle irregolarità e venivo invitato a trasmettere il
mio giusto numero di conto con relativa password, affinché la posta potesse controllare che tutto era giusto. La stessa cosa riguardava la carta di credito, ma anche qui non capivo come
era possibile in quanto non possiedo carta di credito. Caso di omonimia? La richiesta la stessa: fornire tutti i dati affinché potessero controllare che era tutto in ordine. La terza era la banca  ed effettivamente un conticino ce l’avevo. Le richieste di dati erano sempre quelle con la solita motivazione, qui aggravata, dal pretesto che qualcuno aveva tentato di entrare nel mio conto. Che fornissi le coordinate per il controllo.
Incominciai a nutrire qualche perplessità e fiutare l’imbroglio. Così presi il telefono e chiamai la mia banca per chiedere motivo di quella email. Il cassiere cadde dalle nuvole, non solo la banca non aveva inviato quella email ma mi ricordarono che io avevo chiuso il mio conto presso l’istituto di credito da più di un mese. Ebbi una folgorazione, non come quella di Saulo sulla via di Damasco, ma abbastanza vicina.  Qualche truffatore o associazione a delinquere mandava a tutti, indistintamente, quel tipo di email e qualcuno abboccava fornendo i dati richiesti per poi trovarsi i conti correnti svuotati e una montagna di addebiti di acquisti mai fatti sulla carta di credito.
Che fare per difendersi da questi ladracci? Non rispondere mai per email ma chiamare la propria banca o ufficio postale e chiedere ragguagli. Inoltre segnalare la cosa alla Polizia Postale che sarà oltremodo lieta di darvi una mano.
Con più attenzione ho perso un po’ di tempo a leggere delle lunghe lettere, in genere in lingua
inglese, di qualcuno in Africa che voleva trasferire in Italia una ingente somma e chiedeva un
conto corrente d’appoggio onde versare, lasciando ben il 50 per cento a chi forniva la disponibilità del conto. Il risultato era che, una volta saputo numero e password, il conto veniva svuotato sino all’ultimo centesimo di euro.
Altra truffa è quella di rubare dati. In genere salta fuori da qualche paese lontano come Australia, Nuova Zelanda, ma anche dagli Stati Uniti, un notaio vi informa che avete ereditato una somma da capogiro e per mandarvi i dindini vi chiede tutti i dati personali, e anche numero di un documento d’identificazione, come la carta d’identità o il passaporto. Una volta fatto ciò non verrete più disturbati dal fantomatico notaio ma ci sarà qualcuno per il mondo che usa il vostro nome, cognome etc…e solitamente non sono personaggi positivi.
C’è anche la truffa più contenuta dell’eredità, sempre da qualche paese esotico. Ne ha immortalata una Totò nel film “Totò Truffa” in una delle scorribande per gabbare il prossimo, il principe De Curtis si traveste da ambasciatore di un paese del centro d’Africa. Un poveraccio viene informato che c’è grossa eredità pendente ma per entrarne in possesso bisogna sborsare un certo numero  di soldi per le solite spese, spesine spesone e spesucce che la burocrazia esige, specialmente  quella inventata. Il malcapitato versa, poi quando va per intascare l’agognata eredità trova il nulla.
Per concludere bisogna arguire che i poveri di spirito avranno anche garantito il regno dei cieli
ma nella repubblica in terra saranno destinati a essere preda di voraci vampiri che succhiano soldi invece che sangue. Come fare a difendersi? Nel dubbio rivolgetevi sempre alla Polizia Postale che esiste appositamente per lottare contro i delinquenti del web.

l.s.

 Posted by at 12:54